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25 ANNI FA UNA DELLE VISITE PRIVATE
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
1 novembre 1946
"La storia della mia vocazione sacerdotale? La conosce soprattutto Dio. Nel suo strato più profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l'uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita. Di fronte alla grandezza di questo dono sentiamo quanto siamo ad esso inadeguati.
La vocazione è il mistero dell'elezione divina: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16). «E nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne» (Eb 5, 4). «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1, 5). Queste parole ispirate non possono non scuotere con un profondo tremore ogni anima sacerdotale.
Per questo, quando nelle più diverse circostanze — per esempio, in occasione dei Giubilei sacerdotali — parliamo del sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà, consapevoli che Dio «ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia» (2 Tm 1, 9). Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé.
Questa premessa mi è sembrata indispensabile, perché si possa comprendere in modo giusto quello che dirò del mio cammino verso il sacerdozio.
I primi segni della vocazione
L'Arcivescovo Metropolita di Cracovia, Principe Adam Stefan Sapieha, visitò la parrocchia di Wadowice quando ero studente di ginnasio. Il mio insegnante di religione, P. Edward Zacher, mi affidò il compito di porgergli il benvenuto. Ebbi allora per la prima volta l'occasione di trovarmi di fronte a quell'uomo molto venerato da tutti. So che, dopo il mio discorso, l'Arcivescovo domandò all'insegnante di religione quale facoltà avrei scelto dopo la maturità. P. Zacher rispose: «Studierà Filologia polacca». Il Presule avrebbe risposto: «Peccato che non sia la teologia».
In quel periodo della mia vita la vocazione sacerdotale non era ancora matura, anche se intorno a me non pochi erano del parere che dovessi entrare in seminario. E forse qualcuno avrà supposto che, se un giovane con così chiare inclinazioni religiose non entrava in seminario, era segno che in gioco v'erano altri amori o predilezioni. Di fatto, a scuola avevo molte colleghe e, impegnato com'ero nel circolo teatrale scolastico, avevo svariate possibilità di incontri con ragazzi e ragazze. Il problema tuttavia non era questo. In quel periodo ero preso soprattutto dalla passione per la letteratura, in particolare per quella drammatica, e per il teatro. A quest'ultimo m'aveva iniziato Mieczyslaw Kotlarczyk, insegnante di lingua polacca, più avanti di me negli anni. Egli era un vero pioniere del teatro dilettantistico e coltivava grandi ambizioni di un repertorio impegnato".....(http://www.vatican.va/.../archive_gift-mystery_book_1996...)
"La storia della mia vocazione sacerdotale? La conosce soprattutto Dio. Nel suo strato più profondo, ogni vocazione sacerdotale è un grande mistero, è un dono che supera infinitamente l'uomo. Ognuno di noi sacerdoti lo sperimenta chiaramente in tutta la sua vita. Di fronte alla grandezza di questo dono sentiamo quanto siamo ad esso inadeguati.
La vocazione è il mistero dell'elezione divina: «Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 16). «E nessuno può attribuirsi questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne» (Eb 5, 4). «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo; prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni» (Ger 1, 5). Queste parole ispirate non possono non scuotere con un profondo tremore ogni anima sacerdotale.
Per questo, quando nelle più diverse circostanze — per esempio, in occasione dei Giubilei sacerdotali — parliamo del sacerdozio e ne diamo testimonianza, dobbiamo farlo con grande umiltà, consapevoli che Dio «ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la sua grazia» (2 Tm 1, 9). Contemporaneamente ci rendiamo conto che le parole umane non sono in grado di reggere il peso del mistero che il sacerdozio porta in sé.
Questa premessa mi è sembrata indispensabile, perché si possa comprendere in modo giusto quello che dirò del mio cammino verso il sacerdozio.
I primi segni della vocazione
L'Arcivescovo Metropolita di Cracovia, Principe Adam Stefan Sapieha, visitò la parrocchia di Wadowice quando ero studente di ginnasio. Il mio insegnante di religione, P. Edward Zacher, mi affidò il compito di porgergli il benvenuto. Ebbi allora per la prima volta l'occasione di trovarmi di fronte a quell'uomo molto venerato da tutti. So che, dopo il mio discorso, l'Arcivescovo domandò all'insegnante di religione quale facoltà avrei scelto dopo la maturità. P. Zacher rispose: «Studierà Filologia polacca». Il Presule avrebbe risposto: «Peccato che non sia la teologia».
In quel periodo della mia vita la vocazione sacerdotale non era ancora matura, anche se intorno a me non pochi erano del parere che dovessi entrare in seminario. E forse qualcuno avrà supposto che, se un giovane con così chiare inclinazioni religiose non entrava in seminario, era segno che in gioco v'erano altri amori o predilezioni. Di fatto, a scuola avevo molte colleghe e, impegnato com'ero nel circolo teatrale scolastico, avevo svariate possibilità di incontri con ragazzi e ragazze. Il problema tuttavia non era questo. In quel periodo ero preso soprattutto dalla passione per la letteratura, in particolare per quella drammatica, e per il teatro. A quest'ultimo m'aveva iniziato Mieczyslaw Kotlarczyk, insegnante di lingua polacca, più avanti di me negli anni. Egli era un vero pioniere del teatro dilettantistico e coltivava grandi ambizioni di un repertorio impegnato".....(http://www.vatican.va/.../archive_gift-mystery_book_1996...)
16 ottobre 1978 - 16 ottobre 2020
"Maria, "che sei la gioia del cielo e della terra",
vigila e prega per noi e per il mondo intero, ora e sempre. Amen!" (dall'Omelia del Santo Padre Giovanni Paolo II, 15 agosto 2001)
vigila e prega per noi e per il mondo intero, ora e sempre. Amen!" (dall'Omelia del Santo Padre Giovanni Paolo II, 15 agosto 2001)
BUON COMPLEANNO LOLEK!
13 maggio Madonna di Fatima e anniversario dell'attentato a
Papa Giovanni Paolo II
27 aprile sei anni della Canonizzazione di San Giovanni Paolo II
Nel sesto anno della Canonizzazione di San Giovanni Paolo II, auguri di buon compleanno al Cardinale Stanislaw Dziwisz
AI MEDICI, INFERMIERI E TUTTI GLI OPERATORI SANITARI

Un immenso ringraziamento per la competenza, la generosità e la intensa dedizione ai malati nell'attuale emergenza sanitaria. Esprimiamo il cordoglio per i fratelli e le sorelle che ci hanno lasciato. San Giovanni Paolo II prega per noi!
19 APRILE 2020 DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA
La festa della Divina Misericordia compie 20 anni e Papa Francesco la celebrerà, con una Messa in forma privata e la recita successiva del Regina Coeli, a pochi metri da piazza San Pietro, nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, Santuario romano dedicato alla spiritualità di Gesù misericordioso, apparso a Santa Faustina Kowalska. Domenica 19 aprile 2020 alle ore 11 un Papa tornerà così in questa chiesa 25 anni dopo San Giovanni Paolo II, che il giorno della canonizzazione della suora polacca, il 30 aprile del 2000, prima domenica dopo Pasqua, detta “in albis”, istituì questa festa, richiesta da Gesù stesso a Suor Faustina in una delle sue visioni mistiche. Le celebrazioni saranno trasmesse in diretta televisiva da Vatican Media e in streaming sul sito Vatican News con i commenti in lingua italiana, francese, inglese, tedesca, spagnola, portoghese e araba.
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-04/papa-francesco-domenica-divina-misericordia-visita-santo-spirito.html
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-04/papa-francesco-domenica-divina-misericordia-visita-santo-spirito.html
29 dicembre 1995:
24 anni fa una delle visite private di Papa Giovanni Paolo II
Il Cardinale Stanislaw Dziwisz ha donato
il soprabito di Papa Giovanni Paolo II
IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE "LA CASA PER KAROL"
E' VISITABILE IL SABATO E LA DOMENICA DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 16.00. NEGLI ALTRI GIORNI E' VISITABILE CONTATTANDO
IL NUMERO 349 8113727.
E' VISITABILE IL SABATO E LA DOMENICA DALLE ORE 10.00 ALLE ORE 16.00. NEGLI ALTRI GIORNI E' VISITABILE CONTATTANDO
IL NUMERO 349 8113727.
https://www.acistampa.com/story/giovanni-paolo-ii-il-suo-soprabito-al-centro-documentazione-di-san-pietro-alla-ienca-12357
L'AQUILA , 01 ottobre, 2019 / 12:00 AM (ACI Stampa).- di Andrea Gagliarducci
San Giovanni Paolo II lo ha indossato nelle giornate più fredde, durante le udienze all’aperto, quando era Papa. Ed ora il suo soprabito bianco potrà essere ammirato messo su tra le montagne abruzzesi dall’Associazione Culturale San Pietro alla Ienca.
Il soprabito è stato donato dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, che fu segretario di Giovanni Paolo II fino alla sua morte. Un segno di apprezzamento verso il lavoro che fa l’associazione, con “così poche forze”.
Perché l’avvio del Centro di Documentazione su Giovanni Paolo II è solo l’ultima (in senso temporale, non in senso assoluto) delle tante iniziative che l’Associazione Culturale di San Pietro alla Ienca ha sviluppato nel corso degli anni per ricordare San Giovanni Paolo II.
Perché il Papa polacco amava quelle montagne abruzzesi, appena fuori dell’Aquila, dove veniva già da giovane vescovo che partecipava al Concilio Vaticano II. Lo prova una foto, scattata nel 1962 da monsignor Tadeusz Pieronek (amico di Wotjyla sin dai tempi del seminario clandestino), che è stata ritrovata dall’Associazione di San Pietro alla Ienca e che è stata la “scusa” per scoprire una targa dedicata a San Giovanni Paolo II sulla funivia del Gran Sasso. Era il 17 agosto scorso. Fu presente monsignor Pawel Ptasznik, che divenne anche uno dei primi visitatori del centro di documentazione, chiamato “La casa di Karol”. Nel centro, c’è una piccola biblioteca con testi specifici che illustrano il pontificato di San Giovanni Paolo II. La “Casa di Karol” ha anche una esposizione di ritratti del Papa polacco donati e realizzati da artisti e pittori devoti a Karol Wojtyla.
Come è forte la devozione per Giovanni Paolo II a San Pietro alla Ienca.
Si tratta di un borgo disabitato, che però presenta una cappellina, dove San Giovanni Paolo II a volte si ritirava in preghiera. A ricordare quei momenti, c’è ora una statua del Papa polacco E quella cappellina, sempre per merito dell’Associazione, è diventato il primo santuario dedicato a San Giovanni Paolo II. Quella cappella è oggi riconosciuta come “Chiesa sub umbra petri”, vale a dire particolarmente legata alla Basilica di San Pietro a Roma.
Giovanni Paolo II fece almeno un centinaio di visite tra quelle montagne, a volte accompagnato proprio dal Cardinale Dziwisz, allora semplice monsignore. Dopo la morte del Papa polacco, Dziwisz ha mantenuto una certa consuetudine con i luoghi cari al “suo” Papa, e vi tornerà probabilmente anche quando sarà a Roma in questa settimana, per partecipare al Concistoro.
Il dono del soprabito è avvenuto durante una trasferta a Cracovia dell’Associazione Culturale San Pietro alla Ienca.
San Giovanni Paolo II lo ha indossato nelle giornate più fredde, durante le udienze all’aperto, quando era Papa. Ed ora il suo soprabito bianco potrà essere ammirato messo su tra le montagne abruzzesi dall’Associazione Culturale San Pietro alla Ienca.
Il soprabito è stato donato dal Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia, che fu segretario di Giovanni Paolo II fino alla sua morte. Un segno di apprezzamento verso il lavoro che fa l’associazione, con “così poche forze”.
Perché l’avvio del Centro di Documentazione su Giovanni Paolo II è solo l’ultima (in senso temporale, non in senso assoluto) delle tante iniziative che l’Associazione Culturale di San Pietro alla Ienca ha sviluppato nel corso degli anni per ricordare San Giovanni Paolo II.
Perché il Papa polacco amava quelle montagne abruzzesi, appena fuori dell’Aquila, dove veniva già da giovane vescovo che partecipava al Concilio Vaticano II. Lo prova una foto, scattata nel 1962 da monsignor Tadeusz Pieronek (amico di Wotjyla sin dai tempi del seminario clandestino), che è stata ritrovata dall’Associazione di San Pietro alla Ienca e che è stata la “scusa” per scoprire una targa dedicata a San Giovanni Paolo II sulla funivia del Gran Sasso. Era il 17 agosto scorso. Fu presente monsignor Pawel Ptasznik, che divenne anche uno dei primi visitatori del centro di documentazione, chiamato “La casa di Karol”. Nel centro, c’è una piccola biblioteca con testi specifici che illustrano il pontificato di San Giovanni Paolo II. La “Casa di Karol” ha anche una esposizione di ritratti del Papa polacco donati e realizzati da artisti e pittori devoti a Karol Wojtyla.
Come è forte la devozione per Giovanni Paolo II a San Pietro alla Ienca.
Si tratta di un borgo disabitato, che però presenta una cappellina, dove San Giovanni Paolo II a volte si ritirava in preghiera. A ricordare quei momenti, c’è ora una statua del Papa polacco E quella cappellina, sempre per merito dell’Associazione, è diventato il primo santuario dedicato a San Giovanni Paolo II. Quella cappella è oggi riconosciuta come “Chiesa sub umbra petri”, vale a dire particolarmente legata alla Basilica di San Pietro a Roma.
Giovanni Paolo II fece almeno un centinaio di visite tra quelle montagne, a volte accompagnato proprio dal Cardinale Dziwisz, allora semplice monsignore. Dopo la morte del Papa polacco, Dziwisz ha mantenuto una certa consuetudine con i luoghi cari al “suo” Papa, e vi tornerà probabilmente anche quando sarà a Roma in questa settimana, per partecipare al Concistoro.
Il dono del soprabito è avvenuto durante una trasferta a Cracovia dell’Associazione Culturale San Pietro alla Ienca.
17 agosto 2019 Inaugurazione della targa che ricorda
la visita del 1962 di Mons. Karol Wojtyla
Il 17 agosto 2019, alla presenza di Mons. Pawel Ptasznik della Segreteria di Stato in Vaticano, dell'Assessore al Turismo Fabrizia Aquilio, del Direttore del Centro Turistico del Gran Sasso Dino Pignatelli, del rappresentante degli Albergatori Sabatino Fiordigigli e del Presidente dell'Associazione Culturale "San Pietro della Ienca", è stata inaugurata la targa che ricorda una delle prime visite dell'allora Vescovo ausiliare di Cracovia Mons. Karol Wojtyla nel 1962 in Loc. Fonte Cerreto (L'Aquila).
18 MAGGIO 2011 - EREZIONE DEL SANTUARIO GIOVANNI PAOLO II
IL CARDINALE STANISLAW DZIWISZ IN VISITA
AL SANTUARIO SAN GIOVANNI PAOLO II
Il Cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia e già segretario di Papa Giovanni Paolo II, è tornato a San Pietro della Ienca accompagnato da Mons. Pawel Ptasznik della Segreteria di Stato in Vaticano, dal Direttore della Casa Polacca in Roma Mons. Mieczyslaw Niepsuj e da altri prelati polacchi.
Il Cardinale Dziwisz è stato accolto da Pasquale Corriere, presidente dell'Associazione Culturale "San Pietro della Ienca" e dal rettore del Santuario San Giovanni Paolo II, don Claudio Tracanna.
Dopo essersi intrattenuto in preghiera nel Santuario, il Cardinale ha benedetto un piccola statua della Madonna posizionata da qualche giorno in un angolo del borgo e donata dall'Associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie (BT).
Il Cardinale ha espresso parole di gratitudine ed affetto per tutti quelli che si dedicano alla cura del borgo montano ed al ricordo di San Giovanni Paolo II.
Il Cardinale Dziwisz è stato accolto da Pasquale Corriere, presidente dell'Associazione Culturale "San Pietro della Ienca" e dal rettore del Santuario San Giovanni Paolo II, don Claudio Tracanna.
Dopo essersi intrattenuto in preghiera nel Santuario, il Cardinale ha benedetto un piccola statua della Madonna posizionata da qualche giorno in un angolo del borgo e donata dall'Associazione Giovanni Paolo II di Bisceglie (BT).
Il Cardinale ha espresso parole di gratitudine ed affetto per tutti quelli che si dedicano alla cura del borgo montano ed al ricordo di San Giovanni Paolo II.
IL CARDINALE PIETRO PAROLIN HA BENEDETTO LA PRIMA PIETRA CHE COLLEGHERA' IL SENTIERO DEI DUE SANTI
SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA E SAN GIOVANNI PAOLO II
Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, ha guidato la liturgia della veglia mariana internazionale dei giovani che si è svolta sabato 11 maggio 2019 nel nuovo santuario di San Gabriele (TE), con collegamenti da Czestochowa (Polonia), Montevideo (Uruguay), Nitra (Slovacchia), Nairobi (Kenya), Hyderabad (India). Al termine ha benedetto la croce che sarà posizionata sul Corno Piccolo del Gran Sasso d'Italia e la prima pietra che segnerà il Sentiero dei due Santi, San Gabriele dell’Addolorata e San Giovanni Paolo II, e che collegherà il Santuario di San Gabriele (TE) con il Santuario di San Giovanni Paolo II in San Pietro della Ienca (AQ).

"Che meraviglioso destino! Vivere di Dio e con Dio sempre,
per essere felici in eterno insieme a Lui!"
Karol Jozef Wojtyla
Il 12 marzo 2019 in Cracovia (Polonia) è tornato alla Casa del Padre il Prof. Jozef Myjak, illustre matematico ed uomo esemplare. Siamo vicini alla moglie Barbara ed ai figli Natalia, Maria e Marcin e a tutti quelli che lo hanno conosciuto e stimato per la straordinaria intelligenza, per le grandi doti umane, per il senso cristiano della vita che lo accompagnerà eternamente.
per essere felici in eterno insieme a Lui!"
Karol Jozef Wojtyla
Il 12 marzo 2019 in Cracovia (Polonia) è tornato alla Casa del Padre il Prof. Jozef Myjak, illustre matematico ed uomo esemplare. Siamo vicini alla moglie Barbara ed ai figli Natalia, Maria e Marcin e a tutti quelli che lo hanno conosciuto e stimato per la straordinaria intelligenza, per le grandi doti umane, per il senso cristiano della vita che lo accompagnerà eternamente.
"Lo spazio necessario alle gocce della pioggia di primavera"
di Karol Wojtyla
"Posa un attimo lo sguardo sulle gocce di fresca pioggia:
vedi, in essa concentra la sua luce tutto il verde
delle foglie di primavera
e così quasi tutte si addensano nelle gocce, traboccando
dai propri confini
e anche se i tuoi occhi sono pieni di stupore
non puoi davvero aprire tutto il tuo pensiero
Invano cercherai d'acquietarlo, come un bambino destato dal sonno:
non rinunciare al bagliore degli oggetti, resta, caro
nel tuo stupore!
Parole inutili! Come non senti? Per sua virtù
sei così immerso nel chiarore delle cose
che devi cercare per esse, in te, uno spazio migliore"
vedi, in essa concentra la sua luce tutto il verde
delle foglie di primavera
e così quasi tutte si addensano nelle gocce, traboccando
dai propri confini
e anche se i tuoi occhi sono pieni di stupore
non puoi davvero aprire tutto il tuo pensiero
Invano cercherai d'acquietarlo, come un bambino destato dal sonno:
non rinunciare al bagliore degli oggetti, resta, caro
nel tuo stupore!
Parole inutili! Come non senti? Per sua virtù
sei così immerso nel chiarore delle cose
che devi cercare per esse, in te, uno spazio migliore"
19 ottobre 2008 - 19 ottobre 2018
dieci anni fa il Cardinale Stanislaw Dziwisz ed il Cardinale Rylko con Mons. Niepsuj (Direttore della Casa Polacca in Roma), Padre Alberto Valentini e Padre Maurizio De Sanctis, celebrarono la Santa Messa nella Chiesa di San Pietro della Ienca,
oggi Santuario San Giovanni Paolo II.
18 maggio 1920 nasce Karol Wojtyla,
Papa e Santo Giovanni Paolo II
"Apartament"
un film che racconta le escursioni in montagna di
Papa Giovanni Paolo II
Dalla selezione delle venti ore di registrazioni videoamatoriali e dei 13 kg di fotografie è nato un racconto sulle escursioni di Giovanni Paolo II in montagna, e precisamente nelle Alpi italiane. La maggior parte di questo materiale, proviene dall'archivio personale dell'ex-segretario particolare del Papa polacco, cardinale Stanisław Dziwisz, ed è quindi inedita. Uno degli operatori era sovente l'ex-aiutante di camera di Karol Weojtyła, Angelo Gugel (si vede tra l'altro uno scambio di battute fra il Papa e don Stanislao, a cui Giovanni Paolo II chiede: «cosa sta girando Angelo?» - «Niente, le montagne, risponde il fido segretario»). È proprio l'attuale Cardinale metropolita cracoviense la voce narrante del film. Altri personaggi che affiancavano il futuro Santo durante queste gite compiute soprattutto durante le vacanze a Les Combes sotto il Monte Bianco, sono il suo discepolo e successore alla cattedra di etica alla Università Cattolica di Lublino don Tadeusz Styczeń, Arturo Mari ed Egildo Biocca della Gendarmeria vaticana che non aveva mai concesso interviste prima di questo documentario. Ci sono molti simpatici «siparietti», nei quali si vede il lato giocoso e spiritoso di Giovanni Paolo II. Che a una signora, la quale incontrandolo in montagna escalma: «Come siamo fortunati, abbiamo incontrato il Papa!», risponde: «È meglio dell'udienza a Roma, eh!». Oppure quando il Papa, dopo avere declinato l'offerta di funghi raccolti da un turista, accetta da un ragazzo un barattolo di miele, dandogli in cambio il suo rosario". (La Stampa, 28 aprile 2015).
Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell'infinito,
con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime
Giovanni Paolo II
con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime
Giovanni Paolo II
TERREMOTO:
IL PENSIERO DEL PAPA, L'IMPEGNO DI CARITAS E ORDINE DI MALTA
di
ANDREA GAGLIARDUCCI
IL CARDINALE STANISLAW DZIWISZ, GIA' SEGRETARIO DI GIOVANNI PAOLO II E ARCIVESCOVO DI CRACOVIA, IN VISITA NEL SANTUARIO DI SAN GIOVANNI PAOLO II
IN SAN PIETRO DELLA IENCA
Non si è mai soli davanti al mistero della sofferenza: si è col Cristo che da senso a tutta la vita. Con Lui tutto ha un senso, compresi il dolore e la morte.
Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)
Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla)
Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro! Giovanni Paolo II
Articolo del giornalista Giustino Parisse del quotidiano "Il Centro"
che per primo pubblicò la notizia il 30 dicembre 1995
L’Associazione Culturale “San Pietro della Ienca”, impegnata da oltre venti anni nella valorizzazione del luogo omonimo e con la profonda devozione verso Giovanni Paolo II, intende ricordare la presenza del Santo Padre presso il borgo aquilano di San Pietro della Ienca a venti anni da una delle sue visite.
Il 29 dicembre 1995 era venerdì, una giornata senza sole, con nebbia e così uggiosa da non poter pensare che la fila di macchine parcheggiate lungo la stradina che conduce al borgo di San Pietro della Ienca, avesse condotto le persone che sostavano chi vicino all’omonima chiesa in pietra (oggi Santuario di San Giovanni Paolo II) e chi nello spazio laterale impegnate a scaldarsi vicino ad un fuoco, per una semplice scampagnata.
A fine dicembre in alta quota, normalmente e non come in questi giorni di sole quasi primaverile, è difficile vedere persone sostare per un picnic.
Eppure quel 29 dicembre di venti anni fa, Qualcuno aveva scelto San Pietro della Ienca per respirare aria montana e questo qualcuno è stato Giovanni Paolo II che, come ha scritto, “Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime” e che spesso si allontanava in segreto dalle stanze vaticane per recarsi sui monti aquilani ed in particolare nel piccolo borgo ai piedi del Gran Sasso (nel 2013 la scrivente Associazione trovò casualmente in rete una foto del 1962 che ritraeva il Vescovo di Cracovia Karol Wojtyla in località Fonte Cerreto).
Giovanni Paolo II scoprì casualmente il borgo ai piedi del Gran Sasso: l’attuale Arcivescovo di Cracovia ed ex Segretario di Papa Wojtyla, il cardinale Stanislaw Dziwisz ha raccontato che una mattina Giovanni Paolo II, recandosi a sciare sulle piste di Campo Imperatore rimase bloccato, insieme alla sua scorta, da una grande bufera di neve, che lo costrinse a tornare indietro. Fu allora, mentre percorreva la Strada Provinciale del Vasto, che Papa Wojtyla scorse da lontano la chiesetta dedicata a San Pietro. Incuriosito da quell’immagine, Wojtyla volle avvicinarsi e visitare il piccolo borgo abbandonato, che sembrava essere custode di una pace divina. Da allora, quel paesino divenne il luogo dove il Papa poteva godere di quella tranquillità e di quell’armonia che lo avvicinavano a Dio e fu lì che per centinaia di volte si intrattenne in gran segreto fino al 1995, quando tutto il mondo seppe della Sua presenza a San Pietro della Ienca.
La notizia fece il giro del mondo perché, quattro giorni prima, durante la benedizione Urbi et Orbi del Natale 1995, il Papa chiese scusa ai milioni di fedeli presenti e si ritirò per un malore. E quattro giorni dopo sostava in preghiera e nella pace montana vicino alla piccola chiesa che qualche anno dopo è stata eretta a Suo nome.
Il 29 dicembre 1995 era venerdì, una giornata senza sole, con nebbia e così uggiosa da non poter pensare che la fila di macchine parcheggiate lungo la stradina che conduce al borgo di San Pietro della Ienca, avesse condotto le persone che sostavano chi vicino all’omonima chiesa in pietra (oggi Santuario di San Giovanni Paolo II) e chi nello spazio laterale impegnate a scaldarsi vicino ad un fuoco, per una semplice scampagnata.
A fine dicembre in alta quota, normalmente e non come in questi giorni di sole quasi primaverile, è difficile vedere persone sostare per un picnic.
Eppure quel 29 dicembre di venti anni fa, Qualcuno aveva scelto San Pietro della Ienca per respirare aria montana e questo qualcuno è stato Giovanni Paolo II che, come ha scritto, “Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime” e che spesso si allontanava in segreto dalle stanze vaticane per recarsi sui monti aquilani ed in particolare nel piccolo borgo ai piedi del Gran Sasso (nel 2013 la scrivente Associazione trovò casualmente in rete una foto del 1962 che ritraeva il Vescovo di Cracovia Karol Wojtyla in località Fonte Cerreto).
Giovanni Paolo II scoprì casualmente il borgo ai piedi del Gran Sasso: l’attuale Arcivescovo di Cracovia ed ex Segretario di Papa Wojtyla, il cardinale Stanislaw Dziwisz ha raccontato che una mattina Giovanni Paolo II, recandosi a sciare sulle piste di Campo Imperatore rimase bloccato, insieme alla sua scorta, da una grande bufera di neve, che lo costrinse a tornare indietro. Fu allora, mentre percorreva la Strada Provinciale del Vasto, che Papa Wojtyla scorse da lontano la chiesetta dedicata a San Pietro. Incuriosito da quell’immagine, Wojtyla volle avvicinarsi e visitare il piccolo borgo abbandonato, che sembrava essere custode di una pace divina. Da allora, quel paesino divenne il luogo dove il Papa poteva godere di quella tranquillità e di quell’armonia che lo avvicinavano a Dio e fu lì che per centinaia di volte si intrattenne in gran segreto fino al 1995, quando tutto il mondo seppe della Sua presenza a San Pietro della Ienca.
La notizia fece il giro del mondo perché, quattro giorni prima, durante la benedizione Urbi et Orbi del Natale 1995, il Papa chiese scusa ai milioni di fedeli presenti e si ritirò per un malore. E quattro giorni dopo sostava in preghiera e nella pace montana vicino alla piccola chiesa che qualche anno dopo è stata eretta a Suo nome.
IL SANTUARIO DI SAN GIOVANNI PAOLO II
IN SAN PIETRO DELLA IENCA (L'AQUILA)
"SUB UMBRA PETRI"

Con decreto a firma del Card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Vaticana, il Santuario della Ienca di San Giovanni Paolo II nell'agosto del 2011, è stato elevato a chiesa “Sub Umbra Petri”, cioe’ chiesa particolarmente legata alla Basilica di San Pietro in Roma.
In questa chiesa i fedeli potranno, assistendo alla messa o a una pubblica funzione religiosa, confessati e comunicati, recitando il Credo, godere dell’indulgenza plenaria nei seguenti giorni: nella solennita’ dei Santi Pietro e Paolo; nel giorno della dedicazione della Basilica Vaticana; nel giorno dell’elezione del Papa; una volta l’anno in un giorno scelto liberamente da ogni fedele; tutte le volte che un folto gruppo di pellegrini devotamente visitera’ la chiesa.
“La Chiesa San Pietro della Ienca che si riunisce in preghiera per rinnovare il legame spirituale con la Basilica Papale di San Pietro nella Citta’ di Roma per la sua speciale devozione al Principe degli Apostoli e per la sua fede liberamente professata è insignita del privilegio del vincolo di affinita’ spirituale”, si legge nl documento del cardinale Comastri.
“Il nome della stessa Chiesa risulta scritto nei registri di questa Basilica affinchè i fedeli o i pellegrini abbiano una testimonianza visibile per riconoscere questo privilegio onde aumentare e consolidare la propria fede. Il Beato Pietro faccia ora camminare insieme sotto la sua protezione la Basilica vaticana e la suddetta Chiesa e nella sua benevolenza ci liberi singolarmente dai nostri peccati aprendo a tutti la patria della luce”.
In questa chiesa i fedeli potranno, assistendo alla messa o a una pubblica funzione religiosa, confessati e comunicati, recitando il Credo, godere dell’indulgenza plenaria nei seguenti giorni: nella solennita’ dei Santi Pietro e Paolo; nel giorno della dedicazione della Basilica Vaticana; nel giorno dell’elezione del Papa; una volta l’anno in un giorno scelto liberamente da ogni fedele; tutte le volte che un folto gruppo di pellegrini devotamente visitera’ la chiesa.
“La Chiesa San Pietro della Ienca che si riunisce in preghiera per rinnovare il legame spirituale con la Basilica Papale di San Pietro nella Citta’ di Roma per la sua speciale devozione al Principe degli Apostoli e per la sua fede liberamente professata è insignita del privilegio del vincolo di affinita’ spirituale”, si legge nl documento del cardinale Comastri.
“Il nome della stessa Chiesa risulta scritto nei registri di questa Basilica affinchè i fedeli o i pellegrini abbiano una testimonianza visibile per riconoscere questo privilegio onde aumentare e consolidare la propria fede. Il Beato Pietro faccia ora camminare insieme sotto la sua protezione la Basilica vaticana e la suddetta Chiesa e nella sua benevolenza ci liberi singolarmente dai nostri peccati aprendo a tutti la patria della luce”.
Quotidiano IL CENTRO del 4 maggio 2013
3 marzo 2013 il Cardinale Stanislaw ed il Cardinale Rylko
in visita a San Pietro della Ienca

A poche ore dalla convocazione dell'Assemblea Generale dei Cardinali in preparazione del Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice, il Cardinale Stanislaw Dziwisz (Arcivescovo di Cracovia e già Segretario particolare di Giovanni Paolo II) ed il Cardinale Stanislaw Rylko (Presidente del Pontificio del Consiglio per i Laici), accompagnati dai loro segretari particolari e dal Direttore della Casa Polacca in Roma Mons. Mieczyslaw Niepsuj, hanno trascorso alcune ore in San Pietro della Ienca. Dopo la visita nel Santuario di Giovanni Paolo II, si sono intrattenuti privatamente con il presidente dell'Associazione Culturale “San Pietro della Ienca” Pasquale Corriere. Durante il cordiale colloquio, si è avuto modo di affrontare diversi argomenti di attualità, quali, chiaramente, il particolare momento della Chiesa Universale e l’imminente Conclave. Come avviene ad ogni incontro, i Cardinali hanno voluto avere informazioni riguardo l’andamento della ricostruzione della Città dell’Aquila e del suo comprensorio. Il Cardinale Dziwisz, ringraziando per l’impegno che l’Associazione Culturale “San Pietro della Ienca” porta avanti da molti anni per onorare Giovanni Paolo II e per il recupero del borgo a Lui tanto caro, ha ricordato alcune particolari gite con il Santo Padre nel territorio, raccontando ancora la prima occasione in cui Giovanni Paolo II visitò San Pietro della Ienca, il 31 dicembre giorno di San Silvestro, a quell’epoca un luogo completamente abbandonato e diruto. Il Cardinale Rylko, vedendola per la prima volta, si è complimentato per la scultura raffigurante il Beato Giovanni Paolo II, realistica riproduzione con un forte simbolismo nei particolari. Il Cardinale Dziwisz ed il Cardinale Rylko hanno assicurato una loro prossima cerimonia religiosa in una visita ufficiale che potrà avvenire nel mese di agosto, durante l’annuale festa che l’Associazione Culturale “San Pietro della Ienca” dedica a Giovanni Paolo II oppure dopo la prossima canonizzazione di Giovanni Paolo II, per la quale i Cardinali si vedono ottimisti avvenga entro l’anno. Ammirando le cime innevate del Gran Sasso d’Italia e le bellezze naturalistiche il Cardinale Dziwisz ha testualmente riferito "Siamo venuti come pellegrini in visita nei luoghi tanto amati dal Santo Padre. Torneremo presto!”